martedì 26 aprile 2011

Pubblichiamo tale e quale un articolo apparso su "Valle OLona.com"
Non aggiungiamo altro perchè tale articolo non necessita di nessun commento soprattutto sulla risposta dell'Amministrazione.
Ci assumiamo la responsabiltà comunque di non essere riusciti a mettere in opera l'idea che avevamo per risolvere il proplema, specifico, esposto nell'articolo.

"Prima di entrare nel merito di un argomento delicato come quello trattato in questa sede, sono necessarie due premesse. La prima, è che si tratta di un tema affrontato sull’onda dell’emotività, e come tale soggetto a qualche eccesso che già di per sé può trasformarsi un una valida scusa per un eventuale ridimensionamento della portata. La seconda è un coinvolgimento quasi personale, e di conseguenza con il rischio di essere interpretato come sfogo e di conseguenza perdere ulteriore credibilità. Dal momento però che in gioco ci sono questioni importanti quali la sicurezza, intesa come incolumità personale e dei ragazzi, le possibili ripercussioni da mettere in conto risultano meno importanti.

I fatti. In un pomeriggio di primavera, un piccolo gruppo di ragazze in età da scuola media percorre la via principale del paese. In prossimità di un incrocio che porta alla biblioteca, alla scuola elementare, all’oratorio, alla scuola media e infine al campo sportivo, si appresta a girare a destra, quando una macchina si scontra con la prima della fila. La ragione è senza dubbio dalla parte dell’autista, dal momento che le biciclette stavano svoltando contromano in una strada a senso unico.

Ma il problema è proprio questo. La strada in questione è a senso unico da pochi anni e non per questioni urbanistiche (è abbastanza larga per garantire il passaggio di due autoveicoli), ma per provare a regolare meglio il traffico in orari di scuola. Come usanza consolidata non solo a Solbiate Olona, ma in praticamente tutti i paesi della zona, i ciclisti di ogni età tendono a non considerare il senso unico. Nel caso particolare, la via è il collegamento principale per i principali punti sociali del paese e l’alternativa comporterebbe la percorrenza di tratti ben più lunghi, con frequenti attraversamenti di una strada provinciale dove gli unici limiti di velocità sono rappresentati da pedoni e ciclisti, considerati spesso semplici ostacoli anche quando procedono regolarmente per la propria strada.

La presenza di un semaforo a chiamata è un ulteriore invito ad attraversare la via, priva di ogni dissuasore alla velocità, in quel punto e proseguire in bicicletta per la via più diretta. A riprova di ciò, basterebbe osservare per pochi minuti l’incrocio in questione per rendersi conto della situazione e dei pericoli praticamente ininterrotti affrontati da ciclisti, ma anche da automobilisti non obbligati ad aspettarsi il sopraggiungere di una bicicletta.

Da tutto questo, ben più di un anno fa, da più parti è arrivata la richiesta di tracciare una pista ciclabile (basterebbe anche solo una riga colorata) utile a permettere il transito delle biciclette anche nella direzione vietata al traffico. In una Giunta nuova di zecca che ha sempre affermato la sicurezza come priorità, sembrava ragionevole essere ottimisti.

Qualche cosa non deve aver funzionato per il verso giusto, se la situazione è rimasta immutata per mesi, anche sotto gli occhi dei vigili durante l’entrata e l’uscita da scuola. Soprattutto, un bel momento è successo l’inevitabile e ora si può parlare di fortuna. Per questa volta, oltre alla paura si registra infatti solo qualche botta e nessuno in paese d’altra parte si augura di essere il prossimo, visto che la situazione non sembra destinata a cambiare a breve.

Più che un caso sfortunato, l’incidente è però indice di un luogo dove la sicurezza non appare tanto di casa. Sempre lungo la stessa strada che taglia in due il centro abitato, le macchine posteggiano indisturbate sui marciapiedi, costringendo pedoni e carrozzine ad aggirarle scendendo in mezzo alla carreggiata. Anche nel resto del paese d’altra parte, circolando in bicicletta, di piste ciclabili proprio non se ne trovano. Un primato, 0 metri di percorsi protetti, del quale si potrebbe fare a meno.

Come si farebbe volentieri a meno di un altro primato legato sempre alla sicurezza: Solbiate Olona è uno di pochi paesi dove i dossi artificiali, o attraversamenti rialzati, o come si vuole chiamarli, non sono minimamente presi in considerazione. Lungo la via della Chiesa inoltre (la stessa della scuola materna e dell’unico supermercato urbano), è facile prendere atto della totale assenza di strisce pedonali e dovendo attraversare la strada non resta quindi che affidarsi all’importante vicino di casa.

Per sollecitare chi di competenza a intervenire sarebbe però utile una certa sensibilità popolare. Mentre a suo tempo non si era esitato a portare in piazza dei bambini per difendere una ventina di alberi mezzi rinsecchiti, trovare qualcuno disposto a intervenire apertamente su questi argomenti e metterci la faccia si rivela difficile. Le ricostruzioni e reazioni ottenute di conseguenza, sono infatti frammentarie, difficili da verificare e prontamente rivisite di fronte alla prospettiva di apparire pubblicamente. Sollevato il problema, risulta infatti che la prima risposta istituzionale sia stata che la ragazza avesse torto in quanto procedeva contromano. Ineccepibile, anche se in una situazione del genere forse non è la frase che uno vorrebbe sentirsi fornire.

Preoccupanti, secondo una versione ufficiosa, anche le repliche dell’Amministrazione. Lascia infatti qualche perplessità sapere prima di tutto che nella via in questione non è possibile realizzare una pista ciclabile in quanto troppo vicina a una strada provinciale (???). Ma anche che i dossi artificiali sono illegali. Viene da chiedersi allora a quali rischi vanno incontro Assessori e tecnici di Comuni quali per esempio Lonate Ceppino (dove una pista ciclabile collega Municipio e Parco Comunale alla piazza lungo la via provinciale e prosegue addirittura lungo la stessa strada in direzione Tradate), Marnate (dove da un semaforo una pista ciclabile porta sulla piazza della Chiesa e dove non si fa economia di dossi pur di tutelare i propri cittadini), o addirittura Gorla Maggiore, dove oltre ai numerosi dossi artificiali hanno addirittura avuto l’idea di aggiungere sotto il cartello di senso vietato la scritta “eccetto biciclette”.

Soluzioni forse troppo scontate per essere prese in considerazione. Magari puntando sul fatto che la prossimità della vacanze aiuterà a dimenticare tutto nel giro di qualche giorno e si potrà continuare a ignorare il problema. Nel dubbio, tenendo le dita incrociate."

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